SEQUENZIAMENTO GENETICO E PASSAPORTO MOLECOLARE: LE NUOVE ARMI CONTRO IL TUMORE DEL POLMONE.

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A fronte di 41.000 nuovi casi all’anno di tumore del polmone, si riscontrano 34.000 decessi. Un dato che rende evidente l’insidiosità di questa neoplasia, configurandola come uno dei più temibili big killer.

Il 25% dei casi rientra nel I e nel II stadio di sviluppo del tumore, trattabile chirurgicamente, un altro 25% ricade nel III stadio, per il quale è necessario l’utilizzo sinergico di tutti gli strumenti a disposizione: chirurgia, chemio, radio e immunoterapia. I pazienti per i quali il cancro ha raggiunto il IV stadio, quello in cui si sviluppano metastasi, sono infine molto difficili da trattare e negli ultimi anni di pandemia la loro percentuale è cresciuta considerevolmente per via della difficoltà di accedere alle strutture ospedaliere.

Anche a seguito di trattamenti eseguiti con successo, tuttavia, risulta fondamentale ridurre il rischio di recidiva. Per garantire questo risultato, negli ultimi decenni, la ricerca ha seguito due direzioni: l’immunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare sui geni alterati.

L’adenocarcinoma polmonare, infatti, esprime una serie di geni del tumore, che sono individuabili grazie al sequenziamento genetico. Nel 60% dei casi è possibile individuare il gene attivante, che da solo è responsabile dello sviluppo del cancro.

Il test molecolare, dunque, risulta decisivo nella definizione di una terapia e nel successivo trattamento del tumore, poiché se al gene attivante corrisponde un farmaco mirato, la possibilità di inibire l’azione del gene rappresenta un traguardo.

In Europa sono attualmente disponibili farmaci specifici per 10 di questi geni e 4 sono già approvati anche in Italia. Ad oggi, però, la rimborsabilità del test genetico, e la possibilità di accedere senza oneri eccessivi al proprio “passaporto molecolare” è prevista solo nel caso di pazienti metastatici, con esclusione dei pazienti nei primi tre stadi della malattia. Come LILT auspichiamo che tale impostazione possa presto essere applicata anche in pazienti con diagnosi allo stadio iniziale, ottenendo così di di agire in senso preventivo sull’evoluzione del tumore.