MICROPLASTICHE NEGLI OCEANI E CANCRO. QUALE CORRELAZIONE?

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Il presidente nazionale della LILT, Francesco Schittulli, è stato chiamato a dare il proprio contributo come relatore esperto in ambito socio-sanitario durante la “Ocean Conference 2022” promossa dalle Nazioni Unite, in programma a Lisbona fino a venerdì 1° luglio.

L’intervento del prof. Schittulli si è incentrato sullo stato dell’arte e le prospettive di cancerogenesi provocate dalle microplastiche presenti nei mari del nostro pianeta.
È infatti ormai scientificamente consolidato che le microplastiche, particelle derivanti da materiale plastico che hanno dimensioni inferiori ai 5 mm e che si ritrovano negli alimenti, acqua compresa, sono responsabili di lesioni infiammatorie, stress ossidativo, mutagenicità e quindi cancerogenicità.

A causa delle 8 milioni di tonnellate di materiale plastico che ogni anno finiscono nei nostri mari, ognuno di noi ingerisce annualmente in media oltre 250 grammi di microplastica contenente un insieme di sostanze chimiche che incidono negativamente anche sul sistema immunitario, favorendo l’insorgenza di varie patologie che coinvolgono persino lo stato di benessere dei bambini.

Tra le azioni più urgenti da intraprendere, oltre alla bonifica degli oceani (sul cui fondo vi sarebbero circa 15 milioni di tonnellate di microplastiche), la sostituzione delle microplastiche presenti nei prodotti cosmetici, per l’igiene personale e della casa, nei materiali edili, nell’industria e nell’agricoltura, con alternative naturali biodegradabili.

«Si tratta di un problema epocale che contribuisce ad alimentare la severa “pandemia cancro” che imperversa nel mondo ogni anno, registrando oltre 20 milioni di nuovi casi e 10 milioni circa di decessi. Per questo motivo noi della LILT sentiamo sempre più impellente l’impegno nella diffusione della cultura della prevenzione come metodo di vita.» conclude il prof. Schittulli.