L’IMPORTANZA DEL MOVIMENTO NELLA PREVEZIONE TERZIARIA

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Chi ha avuto un tumore non dovrebbe rimanere seduto per più di 8 ore al giorno 

La prevenzione è un dovere di tutti: ciascun individuo deve avere cura di condurre uno stile di vita sano, primo strumento per difendere la propria salute. Ciò vale a maggior ragione se il cancro ha già bussato alla porta in passato: chi sconfigge la malattia è da ritenersi comunque un soggetto più fragile degli altri che deve prestare la massima attenzione alle proprie abitudini per scongiurare il rischio di recidive. Chi vive questa condizione non solo deve sottoporsi con maggiore frequenza ai controlli ma anche mangiare sano e non dimenticarsi di inserire sempre del movimento nelle proprie abitudini quotidiane.  Uno studio condotto in Canada su oltre 1500 ex pazienti ha osservato che, in un tempo di circa 4 anni, i soggetti con la vita più sedentaria hanno sviluppato un rischio maggiore di mortalità, sia per cancro che per diverse altre patologie. In molti di questi soggetti, la quasi nulla attività fisica settimanale era associata anche la pessima abitudine di rimanere seduti oltre le 8 ore al giorno, un binomio che alla lunga, purtroppo, è divenuto letale per 293 delle persone prese in esame. Chiaro è che la consuetudine a rimanere molto tempo seduti sia comune a moltissime persone, basti pensare a quanti svolgono ogni giorno lavori d’ufficio. Ebbene, come suggeriscono le linee guida della LILT, le occasioni di movimento in questo caso vanno “create”: parcheggiare più lontano dal luogo di lavoro, lasciare ogni due ore la scrivania per fare due passi, preferire le scale all’ascensore ecc. Anche lo sport, se non appassiona, può essere sostituito con altre attività altrettanto benefiche, come il giardinaggio, le passeggiate, o ancora le pulizie di casa o il gioco all’aperto con i propri figli: tutto va bene purché ci muoviamo di più.