Tumori e migrazione sanitaria

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Pazienti in cerca di un’assistenza migliore, lontano da casa

Sono 67.000 i pazienti oncologici che ogni anno si recano fuori dal proprio territorio di residenza in cerca di un’assistenza migliore. Questo fenomeno prende il nome di "migrazione sanitaria" e coinvolge in particolare cittadini provenienti da Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Lazio. Una recente indagine socio-economica ha evidenziato che, se si prendono in considerazione solamente gli spostamenti extra-regionali e non quelli di prossimità, l’8,5% dei ricoverati oncologici sono migranti della salute: pazienti che in mancanza di strutture sanitarie affidabili nella zona in cui vivono sono costretti a spostarsi insieme alle proprie famiglie, sebbene, in termini economici e di stress, i continui viaggi comportino un notevole dispendio. Anche se le cause della migrazione sanitaria sono molteplici e dipendono dal singolo caso, il motivo principale è la mancanza di fiducia dell’organizzazione sanitaria della propria Regione unito al timore, spesso fondato, delle lunghe liste di attesa. Il tema è quanto mai attuale e da tempo anche la LILT ha fatto propria la battaglia per l’uniformità territoriale in tema di assistenza sanitaria, tanto per le cure quanto per la prevenzione, attraverso, in primis, l’estensione dei programmi di screening di prevenzione a fasce più ampie della popolazione.