Un cancro subdolo, spesso asintomatico, di cui non si parla ancora abbastanza.
Con un tasso di incidenza tutto sommato moderato rispetto ad altri tumori femminili, il cancro dell’ovaio è una malattia pericolosa e complessa della quale non si parla ancora abbastanza, una forma di carcinoma subdolo, per lo più asintomatico, difficile da prevenire e di conseguenza spesso diagnosticato in fase già avanzata. Eppure nel nostro Paese, dove l’età media è elevata e si fanno pochi figli, le donne sono particolarmente a rischio: l’età avanzata e la nulliparità sono infatti responsabili dell’aumento della possibilità di ammalarsi. Prima ancora, all’origine di questa patologia ci sono soprattutto, come dimostrato da recenti studi, ragioni genetico-ereditarie, legate alla mutazione di due geni, il gene BRCA1 e il gene BRCA2, che si trasmettono di generazione in generazione. È chiaro quindi, come in un contesto di prevenzione, giochino un ruolo cruciale i test genetici, ai quali sarebbe opportuno sottoporsi laddove nella storia familiare siano conclamati casi di tumori ovarici o al seno. La sinergia tra esami genetici, chirurgia altamente specializzata e trattamenti terapeutici mirati per agire sulle mutazioni delle cellule tumorali è senza dubbio la via per curare e vincere questo tumore, ma resta fondamentale, anche in mancanza di fattori di rischio, il semplice appuntamento di controllo periodico dal ginecologo: attraverso la palpazione dell’addome e l’ecografia transvaginale è infatti possibile individuare masse o lesioni anche in mancanza di sintomi particolari.