Il lavoro agile per i malati di cancro

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Un’opportunità per continuare a vivere la normalità

Lavorare in modalità “agile” è la soluzione che permette ai pazienti più fragili di continuare a svolgere il proprio lavoro durante e dopo le cure per un tumore, evitando così la perdita di produttività e socialità. Nel momento della diagnosi, diversi pazienti sentono il bisogno di mantenere un equilibrio nella propria vita quotidiana continuando a lavorare, per altri invece il lavoro diventa un peso eccessivo che non si concilia con la malattia. Nel primo caso, è quindi fondamentale riorganizzare le modalità di lavoro e permettere al paziente di continuare a svolgere la propria mansione da remoto o con orari e carichi di lavoro più adatti alle effettive possibilità di una persona malata di cancro. Le leggi che tutelano i malati in questo particolare ambito esistono, ma sono ancora poco diffuse e conosciute nei contesti lavorativi, tuttavia va sottolineato che possono e devono essere applicate in caso di bisogno. A questo si aggiunge il tema legato alla precarietà, poiché anche se in Italia i costi delle terapie oncologiche sono sostenuti dal sistema sanitario, le indagini hanno evidenziato che in media un paziente oncologico spende oltre 40mila euro all’anno per curarsi. Per questi motivi, nei casi in cui la malattia permetta di farlo, è fondamentale conservare la propria occupazione da remoto e non rischiare di venire penalizzati dal punto di vista delle mansioni, della carriera o del guadagno economico. Così come per i malati oncologici, lo stesso vale per i caregiver o i famigliari che si occupano di sostenere i malati nelle cure quotidiane che spesso implicano un grande dispendio di tempo e risorse: anche per loro svolgere un lavoro da remoto con uguali opportunità lavorative, contribuisce a mantenere uno stile di vita più sereno, soprattutto nei momenti in cui le proprie forze sono impiegate nella lotta contro il cancro.