I RADIOFARMACI

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Dalla medicina nucleare, importanti strumenti di diagnosi e cura 

Terapie migliori, sempre più mirate e sempre meno invasive: è ciò a cui puntano oggi ricerca scientifica e industria farmaceutica e, in questo senso, i radiofarmaci sembrano destinati a incidere molto sullo sviluppo e l’innovazione dei trattamenti oncologici. I radiofarmaci sono isotopi radioattivi in grado di riconoscere e colpire le metastasi in modo ultra-mirato una volta somministrati, colpendo e rallentando il tumore, con effetti collaterali minimi sulle cellule sane. Già utilizzati su tumori neuroendocrini, sono stati ampiamente sperimentati con successo anche su tumori alla prostata: in questo caso il radiofarmaco utilizzato sfrutta isotopi trasportati da un recettore in grado di legarsi alla proteina presente quasi esclusivamente sulle cellule tumorali e poco su quelle sane (ecco il perché dei pochissimi effetti collaterali): quando il radiofarmaco incontra la cellula malata ne rompe il DNA, causandone la morte. L’efficacia delle terapie con radiofarmaci va naturalmente ponderata in base al singolo paziente, alla tipologia e allo stadio del tumore, ma questi trattamenti rappresentano sicuramente uno strumento importante per la cura del cancro, sintetizzando, da una parte, la sempre più approfondita conoscenza delle caratteristiche dei tumori e dall’altra, l’avanguardia nella produzione di molecole efficaci sui marcatori. Un approccio che si sta già testando anche sui tumori testa-collo, quelli che interessano polmone, vescica, mammella e sui tumori del sangue.