CANCRO IN GRAVIDANZA

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Via libera alle terapie solo dopo la tredicesima settimana.

Nel nostro Paese una donna su mille sviluppa un tumore nel corso della propria gravidanza e ogni anno sono circa 400 i casi che rientrano in questa categoria. Soprattutto di cancro al seno.

Alle comuni preoccupazioni legate alla fase di gestazione si aggiungono così quelle connesse alla malattia e spesso le due vanno a sovrapporsi, mettendo la futura mamma nella condizione di chiedersi se prendersi cura di sé stessa possa rappresentare un rischio per la salute del proprio bambino. Una paura che origina dal fatto che i trattamenti chemioterapici aggrediscono le cellule in rapida proliferazione, come quelle del tumore e del feto nella fase di formazione degli organi.

Uno studio internazionale a tal proposito, il più ampio mai condotto e protratto dal 1977 al 2019, ha però confermato come la chemioterapia può essere iniziata in sicurezza per la madre e per il piccolo a partire dalla tredicesima settimana. Sulla base dei risultati ottenuti, infatti, è emerso come il rischio di malformazioni del feto raggiunga il 21,7% quando la chemioterapia è effettuata nel corso del primo trimestre di gravidanza, e si riduca al 3% nel secondo e nel terzo, per scomparire nei trattamenti avvenuti nelle settimane successive. Una buona notizia, che dà fiducia alle donne affette da patologie tumorali nel corso della gravidanza. 

Però, come agire nell’immediato? Nei casi in cui il tumore non sia localizzato nelle aree deputate alla gestazione, può essere operato, mentre quando invece è necessaria una terapia medica, la chemioterapia non deve essere posticipata oltre la quattordicesima settimana.