Diagnosi in ritardo: aumentano i casi di tumore al colon.

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Il rallentamento della prevenzione ai tempi del Covid

Secondo una ricerca effettuata dall’Università di Bologna, in Europa i casi di decesso dovuti al cancro del colon-retto sono aumentati dell’11,9%. Tra le cause di questa impennata c’è sicuramente l’emergenza Covid che, oltre a produrre ogni giorno effetti negativi su quasi tutte le prestazioni sanitarie, posticipa le attività cliniche per la prevenzione dei tumori. In particolare, i pazienti con neoplasie al colon-retto subiscono ritardi dai 7 ai 12 mesi rispetto ai programmi di screening e alle successive fasi di intervento ordinarie. L’allarme lanciato dagli esperti gastroenterologi, come il Prof. Luigi Ricciardiello, ricercatore proprio presso Università di Bologna, evidenzia in particolare la fatalità del cancro al colon se individuato troppo tardi: "La diagnosi precoce del tumore è cruciale” ha sottolineato il ricercatore “perché lo rende più facile da trattare e quindi migliora l'esito clinico della malattia”. È essenziale quindi che, anche nello stato di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, i programmi di screening seguano i percorsi prestabiliti, prevenendo ulteriori aumenti della mortalità. “Ora dobbiamo recuperare il tempo perso, evitando una pandemia di tumori”: così il Presidente nazionale della LILT Francesco Schittulli ha a sua volta commentato i dati allarmanti circa la crescita delle nuove diagnosi oncologiche, esortando il potenziamento della medicina territoriale e il lavoro sinergico tra sistema sanitario e realtà private.