I rischi del fumo per la donna in gravidanza e per il bambino
PREVENZIONE IN GRAVIDANZA: VALORI ALLARMANTI DONNE FUMATRICI A TRIESTE
IN ITALIA 4,5 MILIONI DI DONNE FUMATRICI: IL 40% NON SOSPENDE IL FUMO DURANTE LA GRAVIDANZA
A TRIESTE AL VIA UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER UNA GRAVIDANZA SENZA FUMO
Il 40% delle donne fumatrici italiane non sospende il fumo durante la gravidanza. Il dato, allarmante per la salute dei bambini, è stato sottolineato oggi dall’IRCCS BURLO GAROFOLO di Trieste, che assieme alla Regione Friuli Venezia Giulia, all’Azienda sanitaria di ASUITS e alla LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori) avvia da domani una forte campagna di sensibilizzazione in Friuli Venezia Giulia su questo importante tema.
I dati, ricavati da una serie di ricerche epidemiologiche nazionali, mostrano come il 40% delle donne fumatrici in gravidanza non smette di fumare: circa il 75% di queste donne ridurrà il fumo, il 25% manterrà l’abituale numero di sigarette fumate. I dati della regione Friuli Venezia Giulia sono simili su questo tema a quelli nazionali, evidenziando un forte rischio per i nascituri, ma i dati di Trieste sono particolarmente allarmanti: una recente ricerca, effettuata su un campione di quasi 9mila donne, indica che le percentuali di tabagismo a livello provinciale sono più alte, e in maniera significativa, della media nazionale. INSERIRE DATI PUNTUALI DELLA RICERCA L’IRCCS Burlo Garofolo, ASUITS, la Regione Friuli Venezia Giulia e la LILT hanno scelto di attivare assieme una campagna di sensibilizzazione con un obiettivo: quello di mandare un forte grido di allarme alla società civile, affinché il messaggio arrivi chiaro e forte. Il fumo in gravidanza fa male al bambino, e le conseguenze possono essere permanenti. La lista dei rischi connessi al fumo in gravidanza è lunghissima: dal tasso più elevato di aborti spontanei nel primo trimestre tra donne fumatrici, alla morte intrauterina, fino al basso peso alla nascita del bambino, al parto prematuro, al più alto tasso di SIDS (morte in culla) tra i neonati figli di donne che hanno fumato in gravidanza. “Si tratta di temi noti – ha spiegato il direttore sanitario dell’IRCCS Burlo Garofolo, Adele Maggiore – ma per quanto noti, non sufficientemente ribaditi alle famiglie e alla società civile. Oggi grazie alla LILT, alla Regione FVG e ad ASUITS abbiamo costituito una alleanza che ci permetterà di parlare continuamente di questo problema, e lo faremo con grande abnegazione, fino a quando le mamme non avranno chiaro che fumare in gravidanza è una delle cose peggiori che si possa fare per il proprio bambino. E non bisogna usare mezzi termini: su questo tema bisogna essere chiari, divulgativi e costanti nella comunicazione, visto che i dati ci dicono che il tasso di donne fumatrici in italia non accennano ad abbassarsi e a Trieste sono più alti della media, con un tasso elevato soprattutto tra le donne giovani. Si tratta di un problema che non riguarda solo il presente, ma anche il futuro”.
Il percorso di sensibilizzazione – che comprende materiale divulgativo dedicato alle donne – inizia domani, con un corso dedicato al personale sanitario, al via alle 14 nell’Aula Magna dell’Irccs Burlo Garofolo. “Abbiamo deciso di iniziare dai sanitari – ha spiegato Bruna Scaggiante, Presidente LILT TS e Ricercatore Universitario – non perché non sono al corrente dei rischi per le donne, ma perché – oltre che aggiornarli sui più recenti studi e indagini di carattere epidemiologico, vogliamo ribadire ai sanitari l’importanza del loro ruolo nei confronti delle future mamme. L'obiettivo è quello di creare una rete capillare di operatori per la sensibilizzazione delle donne che fumano in gravidanza e il sostegno per smettere di fumare”.
Il progetto si avvale della collaborazione del collegio delle ostetriche, figure fondamentali per il primo contatto e l'aiuto alle donne future mamme. l'IRCCS, LILT e ASUITS saranno a disposizione per i contatti e per il supporto alle donne che desiderano smettere di fumare. Il progetto è patrocinato da OMCEO TS, Ordine Farmacisti e Federfarma Trieste, Ordine Psicologici FVG e FederSanità ANCI FVG che sosterranno la diffusione dell'informativa.
Scheda tecnica – Danni del fumo in gravidanza
La Nicotina è in grado di determinare una diminuzione del flusso placentare con un conseguente minore apporto di sostanze nutrizionali al feto, che può quindi incorrere in una restrizione patologica del suo accrescimento e di conseguenza del suo peso alla nascita.
Un ulteriore aspetto negativo, derivante dal fumo, è costituito da uno dei prodotti che derivano dalla combustione del tabacco (e delle cartine che lo avvolgono): il Monossido di Carbonio. Questa sostanza si lega alla emoglobina materna e riduce la sua associazione con l’ossigeno, agendo quindi negativamente sulla ossigenazione fetale. Il monossido di carbonio è poi in grado di attraversare la Placenta con altre sostanze cancerogene della combustione e questo - se accade nelle prime settimane di gestazione - può interferire in maniera drammatica con il normale sviluppo degli organi fetali, causando in questo modo un aumento dell’incidenza delle malformazioni fetali. E’ documentato poi che nelle donne fumatrici il tasso di aborti del primo trimestre è più alto rispetto alle donne che non fumano.
L'elenco che segue riporta tutti gli effetti negativi che il fumo può determinare in gravidanza.
• Aborto spontaneo
• Distacco di placenta
• Gravidanza ectopica
• placenta previa
• Rottura prematura delle membrane
• Morte intrauterina
• Basso peso alla nascita
• Morte improvvisa
• Basso peso alla nascita del neonato o Sindrome della morte nella culla
• Problemi respiratori
• Rischio di malattia cardiovascolare in età adulta
• Problemi comportamentali
• Sviluppo intelettivo danneggiato
Fonte: Da Benowitz e Dempsey, 2004
Questa evidenza impone un’azione di prevenzione capillare informando le donne in gravidanza dei rischi che esse corrono e, che sono assolutamente prevenibili, sospendendo il fumo, almeno qualche settimana prima del concepimento. E’ bene poi ricordare che una riduzione del numero delle sigarette fumate ogni giorno non riduce proporzionalmente questo rischio e che quindi la massima efficacia della prevenzione è basata sulla sua totale sospensione.
PREVENZIONE IN GRAVIDANZA: VALORI ALLARMANTI DONNE FUMATRICI A TRIESTE
IN ITALIA 4,5 MILIONI DI DONNE FUMATRICI: IL 40% NON SOSPENDE IL FUMO DURANTE LA GRAVIDANZA
A TRIESTE AL VIA UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER UNA GRAVIDANZA SENZA FUMO
Il 40% delle donne fumatrici italiane non sospende il fumo durante la gravidanza. Il dato, allarmante per la salute dei bambini, è stato sottolineato oggi dall’IRCCS BURLO GAROFOLO di Trieste, che assieme alla Regione Friuli Venezia Giulia, all’Azienda sanitaria di ASUITS e alla LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori) avvia da domani una forte campagna di sensibilizzazione in Friuli Venezia Giulia su questo importante tema.
I dati, ricavati da una serie di ricerche epidemiologiche nazionali, mostrano come il 40% delle donne fumatrici in gravidanza non smette di fumare: circa il 75% di queste donne ridurrà il fumo, il 25% manterrà l’abituale numero di sigarette fumate. I dati della regione Friuli Venezia Giulia sono simili su questo tema a quelli nazionali, evidenziando un forte rischio per i nascituri, ma i dati di Trieste sono particolarmente allarmanti: una recente ricerca, effettuata su un campione di quasi 9mila donne, indica che le percentuali di tabagismo a livello provinciale sono più alte, e in maniera significativa, della media nazionale. INSERIRE DATI PUNTUALI DELLA RICERCA L’IRCCS Burlo Garofolo, ASUITS, la Regione Friuli Venezia Giulia e la LILT hanno scelto di attivare assieme una campagna di sensibilizzazione con un obiettivo: quello di mandare un forte grido di allarme alla società civile, affinché il messaggio arrivi chiaro e forte. Il fumo in gravidanza fa male al bambino, e le conseguenze possono essere permanenti. La lista dei rischi connessi al fumo in gravidanza è lunghissima: dal tasso più elevato di aborti spontanei nel primo trimestre tra donne fumatrici, alla morte intrauterina, fino al basso peso alla nascita del bambino, al parto prematuro, al più alto tasso di SIDS (morte in culla) tra i neonati figli di donne che hanno fumato in gravidanza. “Si tratta di temi noti – ha spiegato il direttore sanitario dell’IRCCS Burlo Garofolo, Adele Maggiore – ma per quanto noti, non sufficientemente ribaditi alle famiglie e alla società civile. Oggi grazie alla LILT, alla Regione FVG e ad ASUITS abbiamo costituito una alleanza che ci permetterà di parlare continuamente di questo problema, e lo faremo con grande abnegazione, fino a quando le mamme non avranno chiaro che fumare in gravidanza è una delle cose peggiori che si possa fare per il proprio bambino. E non bisogna usare mezzi termini: su questo tema bisogna essere chiari, divulgativi e costanti nella comunicazione, visto che i dati ci dicono che il tasso di donne fumatrici in italia non accennano ad abbassarsi e a Trieste sono più alti della media, con un tasso elevato soprattutto tra le donne giovani. Si tratta di un problema che non riguarda solo il presente, ma anche il futuro”.
Il percorso di sensibilizzazione – che comprende materiale divulgativo dedicato alle donne – inizia domani, con un corso dedicato al personale sanitario, al via alle 14 nell’Aula Magna dell’Irccs Burlo Garofolo. “Abbiamo deciso di iniziare dai sanitari – ha spiegato Bruna Scaggiante, Presidente LILT TS e Ricercatore Universitario – non perché non sono al corrente dei rischi per le donne, ma perché – oltre che aggiornarli sui più recenti studi e indagini di carattere epidemiologico, vogliamo ribadire ai sanitari l’importanza del loro ruolo nei confronti delle future mamme. L'obiettivo è quello di creare una rete capillare di operatori per la sensibilizzazione delle donne che fumano in gravidanza e il sostegno per smettere di fumare”.
Il progetto si avvale della collaborazione del collegio delle ostetriche, figure fondamentali per il primo contatto e l'aiuto alle donne future mamme. l'IRCCS, LILT e ASUITS saranno a disposizione per i contatti e per il supporto alle donne che desiderano smettere di fumare. Il progetto è patrocinato da OMCEO TS, Ordine Farmacisti e Federfarma Trieste, Ordine Psicologici FVG e FederSanità ANCI FVG che sosterranno la diffusione dell'informativa.
Scheda tecnica – Danni del fumo in gravidanza
La Nicotina è in grado di determinare una diminuzione del flusso placentare con un conseguente minore apporto di sostanze nutrizionali al feto, che può quindi incorrere in una restrizione patologica del suo accrescimento e di conseguenza del suo peso alla nascita.
Un ulteriore aspetto negativo, derivante dal fumo, è costituito da uno dei prodotti che derivano dalla combustione del tabacco (e delle cartine che lo avvolgono): il Monossido di Carbonio. Questa sostanza si lega alla emoglobina materna e riduce la sua associazione con l’ossigeno, agendo quindi negativamente sulla ossigenazione fetale. Il monossido di carbonio è poi in grado di attraversare la Placenta con altre sostanze cancerogene della combustione e questo - se accade nelle prime settimane di gestazione - può interferire in maniera drammatica con il normale sviluppo degli organi fetali, causando in questo modo un aumento dell’incidenza delle malformazioni fetali. E’ documentato poi che nelle donne fumatrici il tasso di aborti del primo trimestre è più alto rispetto alle donne che non fumano.
L'elenco che segue riporta tutti gli effetti negativi che il fumo può determinare in gravidanza.
• Aborto spontaneo
• Distacco di placenta
• Gravidanza ectopica
• placenta previa
• Rottura prematura delle membrane
• Morte intrauterina
• Basso peso alla nascita
• Morte improvvisa
• Basso peso alla nascita del neonato o Sindrome della morte nella culla
• Problemi respiratori
• Rischio di malattia cardiovascolare in età adulta
• Problemi comportamentali
• Sviluppo intelettivo danneggiato
Fonte: Da Benowitz e Dempsey, 2004
Questa evidenza impone un’azione di prevenzione capillare informando le donne in gravidanza dei rischi che esse corrono e, che sono assolutamente prevenibili, sospendendo il fumo, almeno qualche settimana prima del concepimento. E’ bene poi ricordare che una riduzione del numero delle sigarette fumate ogni giorno non riduce proporzionalmente questo rischio e che quindi la massima efficacia della prevenzione è basata sulla sua totale sospensione.