LA RIVOLUZIONE DELLA DIGITAL PATHOLOGY

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Innovazione in campo diagnostico grazie ai “vetrini virtuali”

Oggi la diagnostica può contare su strumenti sempre più innovativi e tecnologicamente avanzati, come sonde ad alta sensibilità, sistemi di intelligenza artificiale o ancora scanner digitali automatizzati in grado di mantenere i livelli di ingrandimento di un microscopio, per trasferire e lavorare in ambiente digitale una grande quantità di dati: tutto questo è la digital pathology.  I così detti “vetrini”, ovvero i tessuti tradizionalmente analizzati al microscopio, possono diventare file digitali, non solo analizzabili, ma anche trasferibili, se necessario, da un laboratorio a un altro, in qualsiasi parte del mondo. In questo contesto, il vantaggio che possono avere i pazienti oncologici è importante, basti pensare a quanto comodamente possa viaggiare un preparato cito-istologico in forma digitale o a quanti dati sarebbe possibile incrociare, analizzare e archiviare se questa digitalizzazione fosse diffusa ovunque. Non solo: la digitalizzazione consente di accorciare i tempi di refertazione e annullare le distanze quando si rendono necessari più consulti da specialisti diversi, senza contare che una gestione diffusa e condivisa di grandi quantità di dati in ambito oncologico potrebbe essere di grande supporto alla creazione dei registri tumori, fondamentali per chi studia nuove terapie. L’innovazione corre veloce ma altrettanto rapidamente devono quindi essere implementati agli adeguamenti tecnici e infrastrutturali, perché quante più strutture e laboratori possano lavorare in rete.