Prevenzione Oncologica, Presentato Il Report Finale Del Progetto LILT "La Scuola Della Salute"

Pubblicato il 21 Giugno 2017

Crotone. Cambiare le cattive abitudini alimentari dei bambini e prevenire l'insorgere delle malattie si può, grazie alla Lilt. Stamani, nell'auditorium dell'Ic Alcmeone, la sezione provinciale di Crotone della Lilt, Lega tumori, ha presentato il report finale del progetto di ricerca, approvato dal bando della Lilt per il 5x1000, e dal Ministero della Salute, denominato "La scuola della salute".
Il progetto di ricerca, che ha preso il via un anno fa, ha coinvolto cinque sezioni della Lilt ( CROTONE, capofila, Bari, Barletta- Andria- Trani, Reggio Calabria e Vibo Valentia), con la partnership dell'Asp di Crotone, del Gal Kroton, di Demos ricerca e sviluppo,e di Slowfood Crotone e ha interessato due regioni (Puglia e Calabria). "In tutto, nel processo di cambiamento delle cattive abitudini alimentari, sono stati interessati 300 giovani - ha spiegato il presidente provinciale della Lilt, Damiano Falco - per lo più della scuola primaria, che hanno beneficiato gratuitamente del progetto, 180 calabresi e 120 pugliesi. Un percorso che ha coinvolto i ragazzi, le loro famiglie e tutta la comunità  scolastica di appartenenza". A Crotone hanno aderito al progetto, partito un anno fa le scuole elementari Alcmeone, Alfieri e Margherita. Tante le innovazioni messe in campo dalla Lilt. "L'intervento di formazione di docenti e genitori - ha sottolineato Patrizia Pagliuso, vicepresidente Lilt Crotone e coordinatrice del progetto - è stato affidato ad una task force interregionale composta da psicologi, biologi e/o nutrizionisti. Mentre l'intervento pensato sui bimbi è stato pensato anche come un'attività  di agricoltura sociale. Sono stati, in gran parte, gli agricoltori, trasformati dalla Lilt in operatori della salute, a guidare i giovani in un percorso sano e genuino alla scoperta di antichi sapori salutari".

"L'intero percorso, inoltre - ha aggiunto Giuliana Spagnolo, statistico per Demos ricerca e sviluppo di Como - è stato monitorato attraverso dei diari, somministrati alle famiglie per 5 mesi, che hanno riportato quotidianamente le abitudini alimentari dei bambini all'interno non solo della scuola ma anche delle mura domestiche, instillando in loro nuove buone prassi alimentari e l'abbandono di malsane abitudini nel medesimo ambito".
Alla fine del progetto i risultati non sono mancati. "Nell'arco dei 5 mesi, è apparso evidente - ha osservato Emilio Greco, sociologo, Università  La Sapienza, Roma - che nei territori in cui il progetto ha subito meno "caduta" sul campione, il consumo dei cibi "killer", soprattutto merendine e bibite gassate, sia stato in buona parte soppiantato dai cibi salvavita, latte e frutta, di conseguenza, la distribuzione dei pasti e le modalità  del consumo degli stessi sono via via mutate".